By Francesca

Daughter of celebrated Italian author Giuliano Dego, Francesca grew up surrounded by books and with a deep passion for literature blossoming alongside her love for music.

Francesca is a frequent contributor to specialist music magazines, penning a monthly column for Suonare News from 2018 to 2022, and has written articles and opinion pieces in the British and international musical press. In her book, issued by Mondadori Editori in 2019 – Tra le Note. Classica: 24 chiavi di lettura – she explores how classical music can be listened to and better understood today.

In 2023 she was asked to write the preface to Dario Oliveri’s latest book - L’Orchestra di Auschwitz - a stirring historical enquiry about violinist Alma Rosé, Mahler’s niece and Holocaust victim.

TRA LE NOTE

Francesca Dego
Mondadori

Oggi sembra quasi che la grande musica viva isolata, sotto una campana di vetro, dove non può realizzare il suo enorme potenziale di appianare le diversità, diventare riferimento etico e parlare all'umanità senza distinzioni.

Eppure solo duecento anni fa Victor Hugo sosteneva che la musica esprime ciò che non può essere detto ma su cui è impossibile tacere. Parlare di musica insomma è parlare di noi, di tutto quello che viviamo e proviamo.

"Tra le note. Classica: 24 chiavi di lettura" di Francesca Dego, offre gli strumenti per strappare il velo polveroso che trasforma in massa informe intrappolata nella definizione di musica "classica" quello che per l'autrice - la giovane violinista Francesca Dego - è invece un mondo vivo, colorato e pieno di passioni.

Ventiquattro capitoli che nel titolo contengono tutti un'arguta allusione musicale per raccontare di una passione, ma soprattutto per avvicinare al mondo della grande musica chi ci si è imbattuto in modo superficiale o vuole approfondire una conoscenza da autodidatta.

“Non capita di frequente una solista di fama internazionale altrettanto convincente nella veste di scrittrice. Ma questo è quanto accade nel caso di Francesca Dego”

☆☆☆☆☆ Suonare News


“Per rendere appetibile e accessibile la scienza musicale la Dego si serve della propria esperienza… il tentativo (per nulla accademico) di avvicinare alla classica il lettore è per quanti, della classica appunto, nutrono sospetto o pregiudizio.”

— Il Giornale


“La classica per Dego è vita, è viva, è contemporaneità. Niente di astruso, polveroso e noioso. E lo dimostra prendendo per mano il lettore lungo 24 capitoli facendo diventare la musica una appassionante scoperta.” 

— Leggo

L’Orchestra di Auschwitz. Inchiesta su Alma Rosé

Dario Oliveri, prefazione di Francesca Dego
Edizioni Curci

Dario Oliveri torna in libreria con una nuova inchiesta, dedicata questa volta al caso di Alma Rosé (1906-1944), nipote di Gustav Mahler e violinista di successo, la cui morte ad Auschwitz, il 4 aprile 1944, rimane avvolta nel mistero.

Passando al vaglio le diverse ipotesi investigative – suicidio, omicidio, avvelenamento accidentale – si ricostruisce la parabola di un destino tragico che affonda le sue radici nella Vienna sfavillante del primo Novecento: è il romanzo di due famiglie, i Mahler e i Rosenblum (in arte Rosé), ma anche l’affresco di un’epoca straordinaria, percorsa da irripetibili fermenti culturali, e del suo precipitarsi rovinoso nelle tenebre della follia.

Estratto dalla prefazione di Francesca Dego:

Alma Rosé. Un nome, un volto, una storia che mi ossessionano da sempre e che sento ancora più vicini da quando ho chiuso, sopraffatta, il commovente testo di Oliveri. Un saggio che si dispiega con sapienza e cura minuziosa ma con il ritmo di un’opera teatrale, ricostruendo per immagini, viaggiando incessante tra tempi e prospettive, facendoci amare e odiare i personaggi di una storia che da un lato fa parte di noi e dall’altro ci sembra rivelata per la prima volta, ascoltando mille voci, quelle dei testimoni, che insieme ci guidano diventando un coro penetrante e profondamente evocativo. 

Oltre 40 membri della famiglia di mia madre, americana di origini ebraico-tedesche, non fecero mai ritorno dai campi di sterminio nazisti. Già da piccolissima, la consapevolezza di far parte delle vittime mi schiacciava: sapevo che se fossi nata 65 anni prima sarei stata uccisa insieme a tutti quelli che amo. Insieme ad Alma e alle altre voci che piangono tra le pagine di questo libro. #JesuisAlma urlerebbero rabbiosi i social oggi, in un goffo tentativo di raccogliere parole spezzate, concetti troppo traumatici, lacerante catarsi. Per Adorno non ci può essere poesia dopo i campi, Alma invece, al suo arrivo ad Auschwitz, chiede un violino, ultimo desiderio di una condannata. La musica la salva, almeno per qualche tempo, e le permette di strappare altre donne, musiciste come noi, alle camere a gas.

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